Sui palchi della lirica ci si dopa come al Tour de France: è questo l'allarme sollevato dal tenore Endrik Wottrich sul Corriere della Sera e confermato anche da alcuni addetti ai lavori. Tra questi Angelo Gabrielli, manager di diversi artisti, che ammette che sono molti i cantanti che, per sopportare i ritmi infernali della lirica, ricorrono a farmaci, tipo il cortisone, all'alcol o a lifting delle corde vocali.
''Nuove generazioni di manager - ammette Angelo Gabrielli - tendono a spremere i cantanti, con il loro consenso, facendoli esibire il più possibile e sottoponendoli a un vero e proprio tour de force. Gli artisti così raggiungono la fama e sono conosciuti anche dai non addetti ai lavori, ma alla fine a rimetterci sono il livello artistico e la loro carriera che dura solo qualche anno''.
''Sono molti - spiega ancora Gabrielli - i cantanti che per sostenere questi ritmi serrati ricorrono a farmaci o addirittura a operazioni, una sorta di lifting delle corde vocali. Il cortisone, per esempio, preso occasionalmente è un ottimo antinfiammatorio, ma assunto ogni giorno, o quasi, diventa una droga. Ma il modo migliore per prendersi cura della propria voce e assicurarsi così una lunga carriera è invece riposarsi, esibirsi in 40, massimo 50 recite all'anno e salire sul palco solo se in buona forma fisica''.
E così come i ciclisti anche i cantanti della lirica si dopano. Tranquillanti, alcol o antidepressivi, il tutto con il benestare dei manager. La denuncia, arrivata da Endrik Wottrich, ha trovato un'eco internazionale. E inevitabile sono arrivate le osservazioi degli addetti ai lavori.
Dopo Gabrielli, anche Franco Moretti, direttore generale della Fondazione Festival Puccini ha voluto fare alcune osservazioni, evidenziando che non tutti i cantanti ricorrono al doping: ''I manager italiani sembrano molto protettivi nei confronti dei loro artisti. Certo, c'è un esiguo numero di cantanti che usano farmaci o si rifugiano nella bottiglia, ma ci sono anche molti bravi artisti che, pur sottoposti allo stress, sanno che questi comportamenti sono rimedi controproducenti e che, se si sottopongono a diete dimagranti, lo fanno con raziocinio''.
Ma ci sono anche cantanti "costretti' a esibirsi e ad assumere farmaci per poter resistere. Almeno secondo l'avvocato Michele Lai di Firenze che sta seguendo un contenzioso tra un cantante e una fondazione lirico sinfonica. L'artista accusa il teatro di averlo costretto, non disponendo la fondazione di un sostituto, a sostenere le prove di una recita, e quindi ad assumere cortisone, nonostante gli fosse stato prescritto riposo per una forma di raucedine poi peggiorata in una laringite. Il cantante sarebbe poi stato mandato via al momento dell'antigenerale dopo l'assunzione per 10 giorni di farmaci con grave danno alle corde vocali.
2 comments:
Xmmm... Parsi mpaineis se epikindyna monopatia...
Πολύ καθυστερείς με τους υπότιτλους. Καλή φάση!
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